Maria La Duca
Amici Immaginari: Giulia Conoscenti
Giulia Conoscenti è nata in Sicilia e “lì l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte, anche vivendo lontano dall’aspra terra natìa circondata dal mare immenso e geloso.”, come disse Luigi Pirandello nel discorso pronunciato in occasione della morte di Giovanni Verga. Ed è proprio lei a citarlo, per raccontarci di sé e delle origini che ne tracciano la personalità e scorrono nelle sue immagini. Ma scordatevi i carretti, le teste di Moro e quegli stereotipi visivi che, come tali, narrano solo un pezzo del tutto. Questa terra infatti porta nel sangue della sua gente una attitudine alla molteplicità perché molteplici sono i volti delle donne e degli uomini che la abitano, nel caos delle vie di Palermo come nelle piazze di Enna, provincia più alta d’Europa, arroccata nel cuore dell’isola. La stessa molteplicità che anima Giulia e che unisce i suoi passi come un filo di seta.
Della Laurea in Disegno Industriale Giulia conserva il piacere per la progettazione “non di mobili ma di libri per bambini” sottolinea, e lo trasforma all’ISIA di Urbino, precisamente nella classe di Giulia Pastorino, Alice Piaggio ma anche Sofia Figliè e Andrea Antinori già Amici Immaginari di Magoga (leggibili qui). Con Toccafondo, in cattedra nel suo corso, lavora ad una nuova tesi di Laurea, stavolta in Illustrazione, dove porta proprio quel movimento di popoli che la sua terra conosce bene: Fiori di Tarassaco è un corto di quattro minuti e mezzo, realizzato in rotoscopio, che parla di migrazione e perdita di identità. “Desideravo rappresentare il viaggio evitando l’effetto Barbara d’Urso” ride (ridiamo) “Ho usato quindi la risposta di uno dei ragazzini migranti che ho intervistato a Palermo che mi ha detto di sentirsi come Topolino, un alieno da un altro pianeta dove cenava con la sola luce della Luna”. Il lavoro di un anno in 4000 frame dove si fondono acrilici, pastelli, pennarelli, evidenziatori, tesi alla ricerca del segno giusto per raccontare la storia. Il mezzo in funzione del progetto è il suo mantra anche se conserva un debole per la matericità dell’acrilico che “sembra roccia del mare, bruciata dal sole o bagnata di sale”, ci racconta lei.
Giulia Conoscenti